L'età contemporanea: Rieti capoluogo e l'industrializzazione
dopo l'Unità d'Italia, Rieti attraversò una fase di espansione economica accentuata dall'elevazione a capoluogo di provincia nel 1927; dopo la crisi dell'industria, attualmente la città sembra orientata al turismo e all'offerta universitaria
Dopo essersi trovata al centro delle vicende risorgimentalied esser stata anche teatro di una celebre battaglia, all’indomani dell’Unità d’Italia Rieti venne
inserita in Umbria nella provincia di Perugia. Sebbene questo periodo storico
abbia rappresentato un momento di svolta e di intensi stravolgimenti
socio-economici, per quanto riguarda il capoluogo sabino non vi furono
mutamenti di rilievo, a parte la fondazione della Cassa di Risparmio di Rieti nel 1846 e l’apertura di alcune
importanti aziende agricole come quella di Vincenti Mareri e lo Zuccherificio nel 1873.
La svolta avvenne nel 1923, allorché il reatino fu tolto
dall'Umbria ed accorpato nel Lazio, e soprattutto nel 1927 quando la città
venne elevata a capoluogo di provinciacon Regio Decreto, includendovi anche l’ex circondario di Cittaducale: questo diede
l’impulso per un nuovo sviluppo industriale, con fondazione della Supertessile per la produzione della
seta artificiale, in seguito SNIA Viscosa, che fece raggiungere alla popolazione
i diciottomila abitanti.
Dopo le distruzioni e gli eccidi della Seconda guerra mondiale, Rieti beneficiò della spinta del boom economico ma negli anni Settanta la crisi del comparto industriale calò la propria mannaia con violenza; oggi, mentre si discute sul modo migliore di riconvertire gli stabilimenti chiusi, la città si divide fra la tradizione agricola, il turismo e l’università, con i corsi distaccati dell’ateneo della Tuscia e La Sapienza.