Rieti ed il "suo" Sant'Antonio
Una festa lunga un anno: la devozione per Sant'Antonio a Rieti non smette mai di esistere e già si pensa alla prossima festività di giugno
La processione dei ceri è prerogativa pure di Rieti, non agonistica ed esasperata come quella di Gubbio ma posata, riflessiva ed intimamente religiosa, in onore di sant’Antonio. E’ vero, la festa si tiene a giugno e mancano quindi otto mesi alla sua riproposizione ma non di meno gli organizzatori sono con le mani in mano: la celebrazione arriva direttamente dal 1600 e deve essere sempre "rivisitata”, adattata alle esigenze moderne, pur rimando inalterata la espressione di fede di abbandono verso un grande Santo, il cui simulacro viene portato a spalla, ornato da ori ed argenti, dai confratelli della Pia unione di sant’Antonio di Padova che, scalzi e coperti di umili vesti, procedono lungo le vie infiorate e illuminate.
I fedeli al seguito
del simulacro arrivano tutti con dei ceri piccoli o grani alcuni dei quali
pesano pure trenta chili, trasportati con dei carretti appositamente costruiti.
Dice la tradizione: per secoli chi trasportava il simulacro, e in genere tutti
i fedeli venivano ricompensati da una tazza di cioccolata calca che era
preparata a mano dalle suore dell’istituto del Divino Amore e che dal 2006 è
invece affidata all’abile lavoro di pasticceri esperti, tutto viene
accompagnato da buonissimi biscotti.